top of page

Brendan Fraser in The Whale: una storia che mi ha fatto tornare a galla emozioni e ricordi nascosti.

"Tutti hanno vissuto momenti difficili nella propria vita e ognuno li ha affrontati come meglio ha potuto....io personalmente li ho nascosti in una parte del mio cuore molto intima e privata , ma questo capolavoro ha avuto un impatto incredibile e come un'onda mi ha travolto riportando a galla ricordi di persone a me care che sono state frutto di momenti indimenticabili e che purtroppo non torneranno piu, ma che ho avuto l'onore di respirare a pieno ogni momento condivisto con loro."

Sergio Ivan Roncoroni


The Whale, film la cui trama ruota attorno alla vita di un uomo patologicamente obeso interpretato da Brendan Fraser, segna il ritorno dietro la macchina da presa di uno dei più visionari e sfaccettati talenti del cinema contemporaneo: Darren Aronofsky. Il regista di Madre!, Il Cigno Nero e Requiem for a Dream stavolta mette in scena un dramma straordinariamente intimo e teatrale, ispirandosi all’omonima pièce del 2012 scritta da Samuel D. Hunter – che firma anche lo script di questo adattamento.

A far brillare il film sono sicuramente la superlativa performance di Brendan Fraser (La Mummia), che domina con maiuscolo talento una gamma emotiva vastissima, e quella della giovane Sadie Sink (Max in Stranger Things, Fear Street), che arricchisce di mille sfumature una parte non facile da gestire. Il cast di attori che troviamo ad affiancarli non è però da meno: eccellenti in particolare le prove Hong Chau (The Menu, Downsizing) e Samantha Morton (la precog di Minority Report ma anche Alpha in The Walking Dead), mentre bravo ma con margini di miglioramento il quasi sconosciuto Ty Simpkins (Jurassic World) – forse l’unica scelta di casting rivedibile.

Il titolo di The Whale, la cui traduzione è «la balena», fa riferimento in modo figurato alla mole del protagonista ma anche al romanzo Moby Dick di Herman Melville (il cui titolo completo è Moby Dick, or The Whale), più volte citato in modo diretto e indiretto nella pellicola.

Charlie (Brendan Fraser) è un professore d’Inglese, ma le sue lezioni si svolgono solo via Zoom e a telecamera spenta. L’uomo infatti si vergogna di essere un obeso patologico dal peso di oltre 270 kg ed è ormai immobilizzato in casa propria, dove vive isolato dal mondo e con la sola assistenza dell’amica Liz (Hong Chau). Dietro questa spirale di autodistruzione e reclusione c’è un trauma del passato, ma quando arriverà a fargli visita la problematica figlia Ellie (Sadie Sink), che aveva abbandonato 8 anni prima, il protagonista intravedrà la possibilità di fare finalmente qualcosa di buono della propria vita.

UN BRENDAN FRASER DA OSCAR SOTTO IL COSTUME DI THE WHALE

Che The Whale sia sostanzialmente un one-man show è piuttosto evidente; d’altronde la struttura stessa della pellicola ruota attorno al fulcro del protagonista, più di quanto accada nella maggior parte dei film.

Brendan Fraser è stato lontano dalle scene per anni a causa di una sfortunata serie di problemi: un grave infortunio, la prolungata assenza dai set e un difficile divorzio lo hanno portato alla depressione e a problemi di peso, i quali hanno finito per tagliarlo del tutto fuori da Hollywood.

Con la pellicola di Aronofsky arriva quindi la sua occasione di riscatto ed è evidente come colga con grazia e intensità la rara opportunità di un ruolo che lo spinge ben oltre ogni sfida attoriale precedente.

Nonostante sia sepolto sotto il gigantesco costume stampato in 3D dal make-up artist Adrien Morot (The Lighthouse, M3gan), la qualità della performance che ci regala l’attore di Indianapolis traspare indiscutibile.

Col suo vocione potente e gentile e quella fragilità che filtra disperata dagli occhi, Fraser sembra nato per The Whale, tanto da far pensare che nessun altro avrebbe potuto incarnarne meglio di lui il protagonista.




10 visualizzazioni0 commenti
bottom of page