VENOM - LA FURIA DI CARNAGE
Forte di un debutto da oltre 90 milioni di dollari nel primo weekend negli Stati Uniti, Venom – La furia di Carnage è stao nelle sale italiane .
La partenza a razzo di questo sequel conferma che i cinecomics continuano a spopolare: non a caso si tratta del record in assoluto dopo la pandemia, sottratto a un altro film di supereroi (Black Widow, 80 milioni di dollari a luglio).

Numeri che accogliamo con grande speranza, perché mai come oggi le sale hanno bisogno di ripartire e riconquistare un pubblico sempre più vasto.

Forte di un debutto da oltre 90 milioni di dollari nel primo weekend negli Stati Uniti, Venom – La furia di Carnage è pronto ad arrivare anche nella sale italiane, che da lunedì 11 ottobre tornano a una capienza completa e si spera a incassi sempre più importanti. La partenza a razzo di questo sequel conferma che i cinecomics continuano a spopolare: non a caso si tratta del record in assoluto dopo la pandemia, sottratto a un altro film di supereroi (Black Widow, 80 milioni di dollari a luglio).

Numeri che accogliamo con grande speranza, perché mai come oggi le sale hanno bisogno di ripartire e riconquistare un pubblico sempre più vasto.
Se al protagonista viene dedicato poco spazio, agli altri personaggi restano le briciole. In un panorama in cui spesso sono i villain a dare quel quid in più ai film, Venom – La furia di Carnage si concede il lusso di “sprecare” uno dei cattivi più affascinanti in assoluto.

Carnage, simbionte che ha fatto il suo esordio nel numero 360 di The Amazing Spider-Man del 1992, è infatti un punto di riferimento per gli appassionati di fumetti, un essere che vive per uccidere e distruggere. Woody Harrelson fa quel che può per caratterizzare il personaggio ma si trova a non avere appigli di scrittura in grado di restituirne la complessità, soprattutto per quel che riguarda il background di Cletus Kasady, accennato distrattamente. Ancora più tagliato con l’accetta il ruolo affidato a Naomie Harris, alle prese con una Frances Barrison che rimane involontariamente sullo sfondo.
Nel complesso un film di tutto rispetto.


Per carità, lo spettacolo non manca, gli effetti speciali, specialmente negli scontri tra i due simbionti, sono convincenti, e il ritmo tiene (anche se qualche pausa sarebbe stata più gradita). Rimane quella terribile sensazione di assistere inerti a un racconto che procede per accumulo ma alla fine non lascia nulla. In un’epoca in cui i cinecomics hanno mostrato ben altra profondità, è lecito aspettarsi molto di più. Il momento migliore arriva, infatti, nella classica sequenza post-credits.