Vicenza la città di Andrea Palladio

La città palladiana risplende per il bianco dei monumenti in stile neoclassico tra le colline vulcaniche dei monti Berici. La piazza dei Signori è il salotto, con la famosa Basilica chiamata cosi anche se non è una Chiesa, ma l’antico Palazzo della Ragione riprogettato e adornato dal Palladio nel XVI sec con il bellissimo e ampio porticato. A fianco c’è la torre medievale Bissara, fatta costruire dalla famiglia Bissari nel XII sec, con orologio su fondo blu, uno dei primi orologi meccanici al mondo.


Il Teatro Olimpico sorprende prima di tutto per il nome che ci riporta a tempi lontani, alla Grecia antica. Prende il nome dalla Accademia Olimpica, un’associazione culturale che richiama Olimpia, città storica greca E’ il primo teatro chiuso e coperto al mondo, inizialmente nato per celebrare le opere classiche romane e greche; nella costruzione, alla fine del 1500, dopo la morte di Andrea, collaborarono suo figlio e Vincenzo Scamozzi. La suggestiva arena è situata in un ampio cortile duecentesco, in un luogo estremamente diverso rispetto alle scenografie interne.
La vista di bei palazzi neoclassici come il Palazzo Chiericati, vicino al teatro, fa rivivere la vita cinquecentesca.


Le Torri. Anche a Vicenza ci sono…
Abbiamo notato la Torre Bissara, poi la Torre del Girone ( 'girone' era un fossato che la circondava) collegata con un grande arco alla Basilica Palladiana. E’ detta Torre del Tormento perché adibita a prigione fino al 1800.

Non tanto notata è la Torre campanaria della Cattedrale di S. Maria Annunciata, con un basamento che è una fortificazione. All'inizio di Corso Palladio, nel centro storico, ci sono i contrafforti medievali del castello con il suo torrione merlato.
Vicenza ha il suo fiume: il Bacchiglione con una ricchezza di acque e con sponde erbose anche in città.

Vicenza offre passeggiate nel suo centro storico armonioso ed è ingiustamente trascurata rispetto alle grandi Venezia e Verona. Si percepisce spesso questa alternanza, come si è visto per il teatro Olimpico, tra reminiscenze dell’antichità classica, reperti medievali e spazi luminosi rinascimentali.
Gabriella Capone