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L'Arte della Riservatezza di Giorgio Armani e l'addio in maniera elegante.

Giorgio Armani. Non è solo un designer di fama mondiale, ma anche il maestro di un'eleganza discreta che ha esteso ben oltre le sue passerelle, fino a diventare il tratto distintivo della sua stessa vita.

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Per capire Armani, non si può guardare solo ai suoi abiti. Bisogna considerare il suo approccio alla vita, che è l'esatto contrario di quello di molte altre icone della moda. Mentre altri stilisti hanno costruito la loro fama attraverso scandali e una vita pubblica esposta, Armani ha scelto la via del silenzio. La sua è una filosofia di sobrietà che si manifesta in ogni sua creazione, ma che trova la sua espressione più autentica nella sua esistenza personale.

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Armani ha sempre preferito che a parlare fosse il suo lavoro, non la sua persona. Il suo celebre motto, "L'eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare", riassume perfettamente questo concetto.

È un principio che ha applicato non solo al design, ma anche alla sua immagine pubblica.

Ha evitato il gossip, le feste mondane e le cronache rosa, proteggendo la sua privacy con una determinazione ferrea.

Questa scelta non è un'anomalia, ma la coerenza di un uomo che crede nel valore della sottrazione e nella forza di un'eleganza che non ha bisogno di urlare per essere ammirata.

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La sua riservatezza non è solo un tratto caratteriale, ma è profondamente legata alla sua storia. Il legame più significativo della sua vita è stato quello con il suo compagno e socio, Sergio Galeotti.

Il dolore forgiò un nuovo Armani, un uomo ancora più perfezionista e instancabile. La sua estetica si fece ancora più essenziale, una celebrazione della sobrietà e di un lusso che non aveva bisogno di urlare. Ogni capo divenne un'espressione di un'eleganza interiore, il riflesso di un'anima che aveva affrontato il buio e ne era uscita più forte.

​Negli anni successivi, l'impero Armani si espanse in maniera esponenziale, un testamento vivente della sua incredibile resilienza. Dalle linee più giovani come Emporio Armani, all'alta moda di Armani Privé, fino agli hotel e ai ristoranti. Ogni nuovo passo era un modo per onorare il ricordo di Sergio Galeotti e dimostrare che il loro sogno non era destinato a morire.

​La storia di Giorgio Armani è un potente promemoria che anche nelle perdite più dolorose, si può trovare la forza per rinascere. Il suo impero non è solo un monumento alla moda, ma anche un tributo a un amore, un'incredibile testimonianza di come il dolore, se incanalato, può diventare il più grande catalizzatore per la grandezza.

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È stato Galeotti a spingerlo a fondare l'azienda nel 1975, e la sua scomparsa prematura nel 1985 ha lasciato un vuoto incolmabile.

Armani ha ammesso che la perdita lo ha spinto a prendere il controllo totale del suo impero. Questo ha consolidato il suo bisogno di autonomia e di protezione del proprio mondo interiore, un mondo che ha sempre tenuto al riparo dagli occhi indiscreti.

Oggi, a quasi novant'anni, Giorgio Armani continua a essere un pilastro della moda italiana e internazionale. Il suo successo non si basa sull'immagine di una star, ma sulla solidità di un lavoro instancabile e di una visione chiara e coerente. Ha dimostrato che si può diventare un'icona mondiale e un simbolo del Made in Italy senza cedere all'esposizione mediatica.

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In un'epoca in cui l'esibizione è la moneta corrente, la figura di Giorgio Armani ci ricorda il valore inestimabile della discrezione. Un valore che non è solo un tratto di carattere, ma una vera e propria arte di vivere e di creare.

​"Il mio rimpianto? Non aver avuto figli"

​Nonostante abbia sempre evitato di parlare apertamente della sua vita intima, in alcune occasioni Giorgio Armani ha espresso con sincerità il suo più grande rimpianto: non aver avuto figli. Questo emerge come una confessione toccante, che rivela un lato umano e vulnerabile del "Re della moda", al di là della sua immagine di uomo d'affari inarrestabile e solitario.

​Questa ammissione si inserisce perfettamente nel quadro della sua vita completamente dedicata al lavoro. La sua professione è stata la sua ragione d'essere, la sua passione totalizzante, a cui ha sacrificato quasi tutto. A tal proposito, in un'altra intervista, aveva anche affermato che uno dei suoi rimpianti era quello di aver dedicato troppo tempo al lavoro e troppo poco agli amici e agli affetti.

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La motivazione dietro questa scelta, o forse mancanza di scelta, è da ricercare nella sua natura perfezionista e nel suo bisogno di controllo totale. Il suo stile di vita non gli avrebbe consentito di essere il padre che avrebbe voluto. In un'intervista, ha spiegato che non ha mai avuto il tempo per sedersi a un tavolo e pensare seriamente a mettere su famiglia. La sua vita, interamente assorbita dalla creazione del suo impero, non ha lasciato spazio per costruire un nucleo familiare tradizionale.

​Il rimpianto per un figlio si lega a doppio filo con la questione della sua eredità e del futuro della sua azienda.

Avendo mantenuto l'azienda indipendente e non volendo cederla a grandi gruppi, la sua successione è stata un tema di grande dibattito.

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Armani ha sempre pensato a una "successione organica", che coinvolgesse i suoi familiari più stretti, come la nipote Silvana, e i collaboratori storici, come Leo Dell'Orco. Non avendo un erede diretto, ha cercato di creare una famiglia all'interno della sua azienda, affidando il suo lascito a coloro che hanno condiviso con lui una vita di sacrifici e successi.

​Il rimpianto di Giorgio Armani per un figlio non è solo una confidenza personale, ma un aspetto che getta luce sulla sua intera esistenza.

Un'esistenza in cui la passione per il lavoro ha prevalso su ogni altra cosa, lasciando il segno su un uomo che, nonostante il suo immenso successo, non è stato immune dalla malinconia e dalla consapevolezza di aver rinunciato a qualcosa di fondamentale per la sua vita.

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L'addio di Armani in modo silenzioso...


Nel giorno 4 Settembre 2025 Giorgio Armani si spense....era circondato dai suoi affetti più cari e dai collaboratori più fidati al momento della sua scomparsa. La scelta di morire nella sua casa milanese, simbolo del suo impero e della sua vita, riflette la sua profonda lealtà alla città che lo ha consacrato.

Coerentemente con la sua natura schiva e riservata, i funerali di Giorgio Armani si sono tenuti il giorno 8 Settembre 2015 alle ore 15:00 in forma strettamente privata, con la sola partecipazione dei familiari e dei collaboratori più stretti.

Questa decisione riflette il suo desiderio di evitare clamore, anche nel momento dell'addio finale.

Questo giorno i negozi della meson sono rimasero chiusi nel rispetto della famiglia e del suo creatore.

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Il suo ultimo messaggio lasciato al mondo citava queste parole:


«Il segno che spero di lasciare è fatto di impegno, rispetto e attenzione per le persone e la realtà. È da lì che tutto comincia». GIORGIO ARMANI.

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