Stalin Victoria: il visionario che ha trasformato la moda dominicana in un’eredità culturale
- Sergio Ivan Roncoroni

- 5 giorni fa
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Ci sono persone che nascono per seguire un percorso, e altre che nascono per crearne uno.
Nella Repubblica Dominicana, un Paese dove arte, musica e creatività convivono in una danza incessante, il nome di Stalin Victoria risuona come quello di un vero architetto culturale.
Con una carriera che attraversa danza, coreografia, televisione, formazione e, più recentemente, la moda, Stalin ha costruito un’identità professionale tanto vasta quanto coerente, guidata da un’unica missione: elevare il talento dominicano e offrirgli lo spazio che merita.

Stalin ha iniziato il suo viaggio nel mondo dell’arte quando era ancora molto giovane, mosso da un richiamo naturale verso il movimento e l’espressività. Alla Scuola Alina Abreu, una fucina di talenti della danza classica dominicana, ha imparato la disciplina, la raffinatezza, la pazienza.
La sua formazione è proseguita nel Conservatorio di Danza e poi nel Ballet Concierto Dominicano, dove il rigore accademico incontrava l’emozione della danza moderna.
Era evidente, persino allora, che il suo talento non si sarebbe fermato ai palchi tradizionali: Stalin non era solo un ballerino, era un creatore in potenza.
Con il tempo, la transizione naturale è stata dalla danza alla coreografia.
È lì che ha iniziato a trovare la propria voce artistica. Creare coreografie significava dare forma alle idee, costruire scene, generare emozioni attraverso il corpo di altri artisti.
È un ruolo che richiede visione, sensibilità e leadership, e Stalin le aveva tutte. I grandi eventi dominicani hanno presto iniziato a cercarlo: non passò molto prima che il suo nome comparisse tra i professionisti responsabili dei Casandra Awards, una delle produzioni più sofisticate e seguite del Paese.
Ma è nell’universo dei concorsi di bellezza che Stalin ha davvero lasciato una traccia indelebile.
Per vent’anni è stato coreografo e produttore artistico di Miss Repubblica Dominicana, contribuendo a definire l’estetica, il ritmo e l’identità scenica di un evento che forma icone e ambasciatrici culturali.
Non si è limitato a “dirigere”: ha formato, guidato, corretto, ispirato. Ha aiutato generazioni di giovani donne a scoprire il proprio potenziale, a camminare con grazia, a esprimersi con fiducia.
Ha lavorato anche con Miss Ambar World, Miss Mondo Repubblica Dominicana, Mr. Universo e molti altri concorsi, diventando una figura rispettata e quasi imprescindibile nel mondo delle passerelle dominicane.
Parallelamente, il suo talento ha trovato spazio anche nel mondo della televisione, un ambiente dove creatività, precisione e velocità devono convivere.
Per dieci anni, Stalin ha collaborato con Telemicro Media come ballerino, coreografo e responsabile degli eventi speciali, dando vita a produzioni che richiedevano non solo abilità tecniche, ma anche capacità di innovazione e adattamento.
Persino un istituzione austera come la Corte Suprema di Giustizia ha voluto beneficiare della sua esperienza, coinvolgendolo nel dipartimento culturale: un segnale chiaro del valore professionale che Stalin Victoria rappresenta per il Paese.

La sua indiscutibile esperienza come formatore lo ha consacrato anche come coach di reginette di bellezza e istruttore di sfilate.
Non insegna solo a camminare, ma a sentirsi: insegna postura mentale, presenza scenica, consapevolezza del corpo, fiducia.
È un lavoro che richiede empatia, rigore e un profondo rispetto per i sogni degli altri, qualità che Stalin possiede nella loro forma più autentica.
Ma il contributo più audace e emblematico della sua carriera arriva nel mondo della moda.
Più di venticinque anni fa, Stalin Victoria immaginò una piattaforma che allora sembrava impossibile: un premio nazionale che celebrasse l’eccellenza della moda dominicana, riconoscendo stilisti, modelle, truccatori, parrucchieri, creativi, fotografi e riviste specializzate. Non un semplice evento mondano, ma una cerimonia simbolica, capace di dare identità, prestigio e direzione a un’intera industria.
Era un sogno grande, forse troppo grande per il suo tempo. Per anni, l’idea rimase sospesa, come una promessa a sé stesso e al suo Paese.
Ma Stalin non è il tipo di uomo che abbandona le idee difficili.
Le custodisce, le rafforza, le aspetta.
E quando finalmente i tempi sono maturati, quando la moda dominicana ha iniziato a fiorire e a chiedere una voce più alta, il sogno è tornato alla luce.
Nascono così i Dominican Fashion Awards (PMD), un progetto che ha riunito la comunità creativa dominicana come mai prima.
La prima edizione dei premi non è stata solo un successo: è stata un’esplosione di orgoglio nazionale. Ogni categoria, ogni discorso, ogni applauso raccontava una stessa verità: l’industria dominicana aveva bisogno da tempo di questo riconoscimento, e solo una persona con la visione e la determinazione di Stalin Victoria poteva renderlo possibile.
Ciò che colpisce non è solo l’eleganza dell’evento, ma il suo significato: finalmente la moda dominicana ha un palco che la rispetta, la rappresenta e la proietta verso il futuro.
Parlare di Stalin Victoria oggi significa parlare di integrità, disciplina, costanza.

Significa parlare di un uomo che ha dedicato la sua vita alla costruzione di possibilità. La sua carriera è un esempio luminoso di come il talento possa trasformarsi in guida, e la guida in eredità culturale.
Ha unito mondi spesso distanti — danza, bellezza, televisione, moda — trasformandoli in un’unica narrazione coerente: quella della creatività dominicana elevata, riconosciuta, celebrata.
Il suo percorso insegna che i sogni più grandi non sono quelli che si realizzano velocemente, ma quelli che resistono al tempo.
E che un sogno condiviso, quando prende forma, diventa patrimonio collettivo.
Stalin Victoria ha dato al suo Paese molto più di spettacoli e passerelle: gli ha dato un nuovo modo di guardare a sé stesso.
E mentre la moda dominicana continua a crescere, espandersi, conquistare spazio internazionale, resta chiaro che una parte fondamentale di questo cammino porta la sua firma.
Una firma che non appartiene solo al presente, ma anche al futuro.




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