Jurassic World - La Rinascita
- Sergio Ivan Roncoroni
- 3 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 4 lug
diretto dal rampante effettista Gareth Edwards, scritto dal decano del genere David Koepp, fotografato dalla new entry Jhon Matieson, musicato da Alexandre Desplat è il capitolo più adrenalinico, inquieto, incupito, iterativo e derivativo della doppia trilogia giurassica ideata da Spielberg, qui come di consueto nelle vesti di produttore esecutivo con la sua Amblin Entertainment, che con The Kennedy/Marshall Company e Universal Pictures – anche distributrice del film – completa il trittico produttivo.

Blockbuster che conchiude la trilogia del Jurassic World (ma arriveranno nuovi capitoli presto, vedrete), si mostra prevedibilmente imbevuto di sensi, etica ed estetica del regista di Cincinnati, saccheggiandone la filmografia fantasy e usandola, senza inventiva, come testo a fronte nei tre atti: ecco, allora, la lotta oceanica del pugno di scienziati e agenti speciali contro un predatore acquatico che occhieggia, via Hemingway, a Lo squalo (splendido cinquantenne pochi giorni fa) per poi passare all’assalto ai dinosauri nella giungla tropicale e nelle sue cave che rilegge Indiana Jones, senza dimenticare la cruenza portentosa e la famiglia in fuga dalla Guerra dei Mondi (non sfuggirà che Koepp firmò lo script anche di questo film) che emerge nell’acerrima lotta tra umani e rettili “umanoidi” e tripedi.

© Universal Studios. All Rights Reserved.
Scarlett Johansson is skilled covert operations expert Zora Bennett in JURASSIC WORLD REBIRTH, directed by Gareth Edwards.
Tra vecchie e nuove specie di dinosauri, tra sprazzi di body horror e action figure, tra cinema e marketing, tra autodeterminazione al femminile e tutela delle minoranze, tra pietismo familista e vena picaresca, tra titanismo ed ecologismo, tra piovra neoliberista e aneliti di giustizia sociale, Edwards catapulta nel 2027(Il dominio era finito nel 2022) ai confini della terra scienziati (il Dott. Henry Loomis incarnato con disinvoltura dall’emergente Jonathan Bailey), agenti farmaceutici senza scrupoli e forze speciali di sicurezza come Zora Bennett (Scarlett Johansson, facendo il compitino, le presta corpo e voce) e Duncan Kincaid (un Mahershala Ali roccioso senza impressionare). La missione illegale è tanto proibitiva quanto remunerativa: estrarre il DNA da tre esemplari diversi di dinosauri per creare un portentoso farmaco salvavita in un mondo che si appresta a essere flagellato di un (altro) virus letale.

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Jonathan Bailey as paleontologist Dr. Henry Loomis in JURASSIC WORLD REBIRTH, directed by Gareth Edwards.
Film-spugna, si rifugia nel solito noto per assorbire e rigettare con immediatezza mista a sgomento l’inquietudine sociale davanti a crocevia e contraddizioni della nostra epoca (tra vent’anni diventerà accettazione): i rischi devastanti di una tecnologia di cui l’uomo ha perso etica e controllo (ma è pietra angolare di tutta la saga), l’invivibilità del Pianeta, lo strapotere delle case farmaceutiche, l’inermità della politica, il trionfo delle multinazionali, l’avidità di pochi che segna, in tragedia, il destino di molti, lo strisciante incubo pandemico, la scienza assoggettata ad interessi di parte, la famiglia come unico nucleo positivo da salvare.

In un film fatto a tavolino, tutto di raccordi, auto-citazioni e fanzine, che si muove per quadri episodici, vanno segnati con la matita rossa alcuni momenti coperti gratuitamente di melassa (la famigliola che naufraga nell’Oceano messa lì per impietosire e muovere ai lucciconi), come il pendolo narrativo orchestrato da Koepp e cucito dal montatore Olssen: al momento family, segue sempre il frammento action, da traumi e batticuori si passa all’assalto dei dinosauri. E così via. Fino al prossimo capitolo.

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