Il Museo Egizio – nato nel 1824 – è il più antico museo dedicato alla civiltà sviluppatasi sulle rive del Nilo e vanta la seconda collezione di antichità egizie del mondo nonché la più importante al di fuori
dell’Egitto.
Nei suoi quasi 200 anni di storia, il Museo si è più volte trasformato, rinnovato e ripensato, cercando di coniugare le esigenze della ricerca scientifica con quelle di fruizione del pubblico.
Attualmente lo spazio museale è di circa 10.000 mq e comprende 5 piani, 15 sale, per 3300 oggetti esposti e uno spazio espositivo di 600 mq destinato alle
mostre temporanee.
Il percorso museale permanente ricostruisce la storia del Museo e delle collezioni, i contesti archeologici degli oggetti in mostra ma anche la storia delle missioni, la loro organizzazione e il
loro modo di operare.
È un viaggio nel tempo attraverso oltre 4000 anni di Storia quello si intraprende varcando la soglia del “Collegio dei Nobili”, il palazzo barocco nel cuore di Torino che dal lontano 1824 ospita il Museo Egizio, origine che ne fa la più datata collezione archeologica dedicata all’antico Egitto al mondo.
A comporla sono gli oltre 40.000 reperti qui custoditi, 3.300 dei quali esposti lungo il percorso cronologico articolato in 15 sale e disposto sui 4 piani frutto dell’imponente opera di rifunzionalizzazione e ampliamento inaugurata nel 2015.
Ulteriori 11.000 oggetti sono inoltre visibili
nei depositi denominati “Gallerie della Cultura Materiale”, per uno sviluppo complessivo di 2 chilometri lineari e 10.000 metri quadri di superfici - di cui 600 destinati alle mostre temporanee - e comprensivi di sala conferenze ed eventi, caffetteria, bookshop, aree di servizio e uffici.
Grazie alla sua straordinaria raccolta di statue, papiri, sarcofagi, oggetti di vita quotidiana e, naturalmente, mummie -se ne contano circa 300 fra umane e animali - il Museo Egizio è considerato la principale istituzione culturale e scientifica nell’ambito delle antichità egizie al di fuori della culla di tale civiltà, ossia dopo il suo omologo del Cairo.
Un primato consolidato in tempi recenti non soltanto con lo sviluppo di un’offerta espositiva capace di richiamare 850 mila visitatori all’anno, ma soprattutto, sotto l’impulso della presidente Evelina
Christillin e del direttore Christian Greco, attraverso un’azione di profondo rinnovamento in termini gestionali e organizzativi, nonché in virtù di una sempre più intensa attività scientifica condotta dalle risorse umane del Museo.
Sono infatti una quarantina le persone oggi direttamente impiegate - più che raddoppiate nell’ultimo quinquennio - di cui la metà dedite all’area ricerca, collezione e didattica (fra curatori, registrar, restauratori) mentre altrettante sono impegnate nelle aree gestione e amministrazione, sviluppo e fondi europei, comunicazione, marketing e relazioni esterne.
La gestione economico finanziaria del Museo rappresenta un altro dei suoi punti di forza: con un valore della produzione vicino ai 10 milioni di euro, il Museo Egizio ha saputo dare stabilità a un modello oggi in grado di garantirne l’auto-finanziamento, conseguendo nel triennio 2015/2017
avanzi di gestione per un totale di 1.833.360 euro (destinati al sostegno di nuove progettualità interne).
Un risultato al cui conseguimento ha contribuito anche l’impulso dato alla circuitazione e commercializzazione di alcune mostre itineranti che, nelle diverse tappe effettuate in giro per il mondo, hanno fin qui raccolto un pubblico di quasi 4 milioni di persone.
Resta comunque la ricerca l’elemento al centro di un progetto scientifico che vede il Museo costantemente impegnato nella valorizzazione della collezione e nel dialogo con le principali istituzioni museali e di ricerca nazionali e internazionali: al di là della gestione dello spazio museale
strettamente inteso, se ne riafferma così concretamente lo storico ruolo di punto riferimento per la comunità archeologica mondiale, come confermano operazioni quale l’avvio, nel maggio del 2015,
della missione di scavo congiunta italo-olandese a Saqqara, a cui si affianca la ventina di progetti di ricerca in corso, il restauro di oltre 400 reperti e 28 pubblicazioni scientifiche nell’ultimo biennio.
Nei suoi quasi 200 anni di storia, il Museo Egizio si è più volte trasformato, rinnovato e ripensato, cercando di coniugare le esigenze della ricerca scientifica con quelle di fruizione del pubblico.
A partire dal suo stesso profilo istituzionale, terreno in cui si è distinto per innovazione quando il 6 ottobre 2004 è nata ufficialmente la Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino che
rappresenta il primo esperimento di costituzione, da parte dello Stato Italiano, di uno strumento di gestione museale a partecipazione privata.
La Fondazione è stata istituita dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali - che ha conferito in uso per 30 anni le collezioni museali - unitamente alla
Regione Piemonte, all’allora Provincia di Torino (oggi Città Metropolitana), alla Città di Torino, alla Compagnia di San Paolo e alla Fondazione CRT.
Un’evoluzione formale determinante per la successiva trasformazione strutturale del Museo Egizio completata nell’aprile 2015 con il radicale rinnovamento dei propri spazi: un progetto da 50 milioni di euro sostenuto dai soci fondatori, frutto di 5 anni di lavori di rifunzionalizzazione, restauro e
messa in sicurezza dell’edificio seicentesco di via Accademia delle Scienze.
Si tratta di un profondo ripensamento del Museo che sotto la direzione di Christian Greco ha dato corpo a un progetto
scientifico capace di competere con i grandi musei internazionali.
Il percorso museale ricostruisce
la storia del Museo e delle collezioni, i contesti archeologici degli oggetti in mostra ma anche la storia delle missioni, la loro organizzazione, il loro modo di operare, avvalendosi, oltreché dei reperti custoditi, anche di un prezioso patrimonio archivistico ricco di foto e documenti storici.
La volontà di caratterizzarsi con un’offerta dinamica e sempre aggiornata si esprime inoltre nell’eterogeneo calendario di incontri pubblici organizzati, con periodici cicli di conferenze divulgative, workshop, visite tematiche, laboratori ecc. destinati ai pubblici più svariati, dalle famiglie agli stakeholders, dai turisti agli studiosi del settore.
Fra essi, in particolare, un posto privilegiato è riservato agli studenti e in generale alle nuove generazioni, nel solco della naturale
vocazione didattica e formativa di un Museo che lo scorso anno ha accolto in visita circa 6.300 classi per un totale di oltre 100.000 ragazzi.
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