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ITADAKIMASU – IL CIBO COME EMOZIONE, CULTURA E VIAGGIO TRA ANIME E REALTÀ

C’è una parola giapponese che, prima ancora di essere pronunciata, si sente: Itadakimasu. Non è solo un “buon appetito”, è un gesto di gratitudine, di rispetto, un piccolo inchino dell’anima. Da questo spirito nasce una mostra che non si visita soltanto, ma si vive: un percorso dove il cibo diventa racconto, immaginario, identità e scoperta.

Photo credit by Damiano Colle

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A guidare il viaggio ci sono Sam Nazionale e Silvia Casini, due curatori capaci di unire linguaggi diversi con una sensibilità comune. Samuele Nazionale, classe 1998, fondatore del progetto @pranzoakonoha, porta in Italia il suo amore per la cucina dell’Estremo Oriente trasformandolo in divulgazione: ricette autentiche, show cooking, conferenze, un dialogo continuo tra pentole fumanti e pagine di manga. Ogni piatto è storia, ogni ingrediente è cultura, ogni gesto è narrazione.

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Accanto a lui, Silvia Casini, romana, laureata in Lingue e Letterature Straniere, lavora tra manga, cinema, scrittura e giornalismo. Manga editor, sceneggiatrice, autrice, è una voce poliedrica che sa trasformare contenuti complessi in emozioni immediate. Dai Japan Days alla divulgazione internazionale del cinema italiano, dai libri alla programmazione culturale, Silvia crea ponti, apre sguardi, accende curiosità.

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Insieme hanno dato forma a Itadakimasu, una mostra in cui cibo e animazione giapponese dialogano con naturalezza, trasformando ogni sala in un’esperienza immersiva, multisensoriale, viva. Un percorso pensato per sorprendere, emozionare, far sentire parte di un mondo che si conosce e, allo stesso tempo, si scopre.

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A rendere possibile tutto questo c’è Vertigo Syndrome, il brand creato da Chiara Spinnato e Filippo Giunti, nato con una missione precisa: dichiarare guerra alla noia dei musei tradizionali. “Se sei abbastanza bravo da raccontarla come qualcosa di emozionante e interessante, una mostra può attirare persone che solitamente non visitano mostre perché le associano alla noia”, spiegano. Il loro obiettivo è chiaro: far uscire sorpreso, divertito e felice soprattutto chi entra controvoglia. Creare esposizioni che parlano a tutti, non solo agli appassionati o agli esperti.

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Itadakimasu è questo: un invito a rallentare, ad assaporare con gli occhi e con il cuore. Un luogo in cui il cibo è memoria, il manga è linguaggio, l’arte è esperienza. Una mostra che non chiede di capire tutto, ma di sentire. Perché quando la cultura emoziona, resta. Quando l’arte ti prende per mano, non la dimentichi. E allora basta un respiro, un sorriso, un piccolo gesto prima di entrare. Basta dire, semplicemente: Itadakimasu.


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