Jack Queralt: la vita come un film, il cuore come sceneggiatura
- Sergio Ivan Roncoroni

- 4 nov
- Tempo di lettura: 3 min
Ci sono vite che sembrano film. Vite dove la passione brucia presto, dove la fragilità diventa forza, e ogni ferita si trasforma in un varco di luce. Quella di Jack Queralt è una di queste storie: la storia di un uomo che ha imparato a cadere, rialzarsi e rinascere con il cuore in mano.

Attore, produttore, modello e fotomodello spagnolo, Jack è un’anima inquieta e luminosa. Nato a Terragona il 12 aprile 1979, figlio del pittore catalano Jaume Queralt, ha dentro di sé la stessa sensibilità artistica che scorreva nel pennello di suo padre. Fin da bambino amava il teatro della scuola, il palcoscenico, il pubblico. «Mi piaceva essere al centro della scena — racconta — ero sempre un leader, pieno di voglia di esprimermi». Con suo padre, condivideva un amore viscerale per il cinema americano: insieme compravano film su film, fino a riempire una videoteca di oltre mille titoli. «Ero matto per i film. Mio padre cercava di comprarmeli tutti. Dentro di me, il mio inconscio portava già un attore».

Eppure, prima che la vita lo portasse davanti alle telecamere, Jack ha corso dietro a un pallone e ha impugnato una racchetta. Calciatore e tennista di talento, sognava di vivere di sport. Ma a tredici anni un intervento alla schiena, e a quindici un terribile incidente in moto cambiarono tutto. Dodici giorni in coma, tra la vita e la morte. «In realtà, sono rinato», dice con la serenità di chi ha guardato in faccia l’oscurità e ha scelto la luce. Dopo un anno di riabilitazione ha provato a riprendere il tennis, ma il destino gli parlava d’altro. «Ho capito che la mia strada era quella dell’anima. Ho iniziato a studiare interpretazione, e da allora non ho più smesso di cercare me stesso attraverso i personaggi».
Da allora, Jack ha costruito un percorso solido e internazionale: ha vissuto cinque anni in Italia, lavorando in film come Poli Opposti, Scrivilo sui muri, Il mio miglior nemico e nella serie Don Matteo. Nel 2019, il grande pubblico lo ha conosciuto in Temptation Island Vip, dove il suo fascino spagnolo e il suo animo sensibile lo hanno reso uno dei protagonisti più amati. «Sono un uomo forte, con un cuore sensibile e una mente aperta. Vivo una vita spirituale alla ricerca di me stesso. Sono sempre gentile, e umile. Le donne sono state la mia droga, ma mio figlio mi ha insegnato il vero significato dell’amore».

Oggi Jack è un viaggiatore dell’anima. Vive tra la Spagna e il mondo, si dedica alla meditazione, al taekwondo — dove è cintura nera 1° Dan — e coltiva una profonda connessione con la natura. È vegetariano, attivista contro i maltrattamenti sugli animali, innamorato del sole, del mare e dei cavalli. Ama la velocità e la bellezza delle Lamborghini, ma anche il silenzio e la pace di un tramonto. «Sogno un mondo che possa respirare amore, pace e bellezza. C’è tanta illusione e immaginazione dentro di me».
Come uomo, si definisce “un cuore pulito”. È sincero, leale, dolce, impulsivo come ogni Ariete, ma profondamente consapevole. «Siamo tutti fragili, ma abbiamo capacità infinite. La forza del cuore può farci compiere cose meravigliose. Gli esseri umani sono divini, ma devono ritrovare quella divinità dentro di sé. Altrimenti la vita può diventare un inferno. Ma la scelta è nostra».
Come attore, invece, è un camaleonte. Ama perdersi nei personaggi, diventare loro, vivere con le loro emozioni. «Fare il cattivo mi diverte, perché è lontano da me. Mi costringe a scavare, a costruire. Ed è lì che sento di crescere». Dopo la fiction Dalia delle Fate, si prepara a interpretare Curro Jiménez, un leggendario bandito spagnolo del 1844, in una produzione nazionale e internazionale.

Quando gli chiedono un consiglio per i giovani, Jack risponde con una semplicità disarmante: «Non vi vendete mai per soldi o fama. Fate le cose per amore, seguite ciò che sentite davvero. La vita è bellissima, ma la scelta che farete è fondamentale».
Dietro lo sguardo profondo di Jack Queralt non c’è solo un attore: c’è un uomo che ha conosciuto il dolore e la rinascita, la fragilità e la fede, la forza e la dolcezza. Un uomo che crede nell’amore come forma d’arte, nella bellezza come atto di verità. E che, in ogni scena, continua a ricordarci che la luce più autentica nasce sempre dalle ferite più profonde.





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