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- ’48 Break to Be: quando la moda diventa un abbraccio di bellezza e inclusione
Sabato sera, tra le mura storiche di Palazzo Moriggia, la moda ha mostrato il suo volto più autentico: quello capace di unire creatività, emozione e inclusione. La sfilata ’48 Break to Be, promossa dalla Fondazione Centro Anch’io Onlus insieme alla MP Moda International Fashion School, non è stata solo un evento inserito nel calendario della Camera Nazionale della Moda Italiana, ma un vero e proprio atto di bellezza condivisa. In passerella, 21 creazioni originali hanno incantato il pubblico. Tra queste, sei abiti speciali, nati dal talento e dalla dedizione dei ragazzi della Fondazione, che hanno seguito un percorso di formazione nella scuola MP Moda. Ogni capo portava con sé un messaggio: linee asimmetriche, dettagli innovativi e la libertà di non conformarsi, ma di esprimersi. Era il segno concreto di come la moda possa diventare linguaggio universale di crescita e autonomia. Il titolo, ’48 Break to Be, non è casuale: richiama lo spirito rivoluzionario delle Cinque Giornate di Milano del 1848, un invito ad avere coraggio, a rompere schemi e a proporre visioni nuove. È lo stesso spirito che ha animato i ragazzi in questo percorso, trasformando la passerella in un luogo di emancipazione e possibilità. Un tocco speciale è arrivato dagli accessori realizzati grazie al progetto “Ri-bellarsi” di Katia Rossi, che ha guidato i giovani designer nella pelletteria e nella personalizzazione: un’esperienza che ha insegnato loro non solo un’arte, ma anche il valore della creatività come forma di libertà. Il cammino che ha portato a questo momento era iniziato nel dicembre 2024, con la prima sfilata a marzo 2025. Il successo e il legame profondo nato con i ragazzi hanno reso naturale proseguire, ampliando l’esperienza e includendo anche l’abbigliamento maschile. Con ’48 Break to Be, Fondazione Centro Anch’io e MP Moda International Fashion School hanno dimostrato che la moda può davvero andare oltre le passerelle: può insegnare, integrare, emozionare. Può essere un abbraccio che accoglie tutti, senza distinzioni.
- Catwalk Milan celebra la sua V edizione con stile, solidarietà e creatività internazionale
Si è conclusa con grande successo la quinta edizione di Catwalk Milan, l’evento che ha illuminato la Milano Fashion Week con un perfetto equilibrio tra moda, arte e solidarietà. Nella cornice esclusiva della Sala Duomo dell’Excelsior Hotel Gallia, tra eleganza e raffinatezza, il pubblico ha potuto vivere un pomeriggio dedicato alle eccellenze italiane e internazionali. Photo credits by Damiano Colle La passerella di Catwalk Milan ha visto sfilare le creazioni di alcuni dei più rinomati designer italiani e internazionali: Jamal Taslaq, noto per il suo linguaggio creativo che unisce Oriente e Occidente, ha presentato Occirientale, collezione che combina design italiano e messaggi universali scritti in arabo, culminando con un abito simbolico ispirato all’ulivo, accompagnato dalla parola “Umanità”, un manifesto di pace, dialogo e resilienza. La collezione Alv by Alviero Martini rende omaggio all’eleganza ormai sbiadita, evocando i couturier degli anni ’50 e ’60, che restituirono femminilità alle donne del dopoguerra con cappotti rivoltati e calze rammendate. Grazie al Made in Italy le signore di quegli anni potevano riscoprire l’eleganza attraverso dettagli come cappellini, guanti, scarpe e borse coordinati. Non si tratta di una collezione retrò, ma di una visione contemporanea che guarda al passato, secondo il motto dello stilista: eleganza, non stravaganza. Antonella Bravi ha presentato la sua collezione 2026, un omaggio alla seta Made in Italy. La linea, che unisce lusso, eleganza senza tempo e leggerezza, esplora il resort wear di alta gamma con un linguaggio inclusivo, comprendendo anche la modest fashion. Capi fluidi e sartoriali raccontano la femminilità contemporanea, accompagnando la donna moderna nei momenti di viaggio, relax e rappresentanza, confermando Bravi come ambasciatrice dello stile italiano tra tradizione e innovazione. Otto & Mezzo Cashmere ha presentato la sua maglieria in cashmere di alta qualità Made in Italy, sottolineando l’eccellenza artigianale del brand fondato da Giovanna Arnoldi nel 2008. Ogni capo, realizzato artigianalmente in Italia con filati scozzesi e lana proveniente da capre allevate in Mongolia secondo pratiche sostenibili, unisce eleganza senza tempo e comfort. La collezione conferma la filosofia del brand: stile e qualità che durano nel tempo, andando oltre le mode. Fabio Porliod, stilista italiano noto per il suo approccio sartoriale elegante e contemporaneo, ha presentato una collezione dalle linee raffinate che uniscono eleganza, sensualità e semplicità, pensata per donne cosmopolite, sicure di sé e appassionate di arte e cultura. Impegnato anche sul fronte sociale, organizza sfilate con modelle amputate e donne che hanno affrontato il tumore, trasformando la moda in uno strumento di forza, inclusione ed empowerment. Il parterre, composto da giornalisti, buyer, influencer e ospiti internazionali, ha accolto con entusiasmo le nuove collezioni, riconoscendo in Catwalk Milan una piattaforma di riferimento per brand affermati e talenti emergenti. L’evento ha inoltre rinnovato il suo impegno solidale a sostegno dell’Associazione Emergenza Sorrisi ETS, che da oltre 15 anni realizza missioni chirurgiche umanitarie per bambini affetti da malformazioni cranio-facciali, ustioni e traumi in contesti di emergenza. Una raccolta fondi speciale ha permesso agli ospiti di contribuire a questa importante causa, confermando il valore sociale del progetto. Non solo moda: la giornata è stata arricchita dalle opere degli artisti Pavel Kir ed Elena Giunco, che hanno creato un ponte tra arte e couture, mentre il cocktail esclusivo dei migliori prodotti del Food & Beverage Made in Italy, organizzato e gestito da "Mad For Salento", un brand pugliese che promuove le eccellenze enogastronomiche italiane a livello internazionale, ha celebrato l’enogastronomia del Sud d’Italia attraverso una degustazione di altissima qualità tra sapori e saperi, completando l'unicità della serata. A condurre le interviste e parte della serata è stata la giornalista e conduttrice Tania La Gatta, che realizzerà uno speciale di 30 minuti dedicato a Catwalk Milan per la trasmissione televisiva Extreme, in onda ad ottobre. Ideato da Gianluigi Resta, titolare di GR Events & Communication, e diretto dalla celebre Titti Baiocchi, Catwalk Milan ha confermato anche quest’anno la sua vocazione internazionale. Dopo il successo dell’edizione di Shanghai lo scorso maggio, il format proseguirà con nuove tappe a Zurigo, Dubai e Montecarlo nel 2026, per poi tornare in Cina, rafforzando il progetto di internazionalizzazione delle eccellenze italiane. Con l’intero suo staff, coordinato da Manuel William Resta, Gianluigi Resta ha orchestrato ogni dettaglio dell’evento, dalla passerella all’after party al The Plein Club, dove ad animare la serata è stato MAUWI, DJ ufficiale della serata. Con questa edizione Catwalk Milan ribadisce la capacità dell’Italia di coniugare moda, creatività e responsabilità sociale, offrendo una visione autentica e contemporanea del Made in Italy al mondo intero.
- L'Eden di Ortcolario 2025
È una dimensione incontaminata e sospesa nel tempo, un modello di wild garden ricco di biodiversità. È un Eden in cui dialogano sublime e meraviglia a ispirare la quindicesima edizione di Orticolario, l’evento internazionale che celebra un rinnovato rapporto tra uomo e natura dal 2 al 5 ottobre nello scenario di Villa Erba sul Lago di Como. Per quattro giorni il parco secolare e il centro espositivo della storica dimora ospitano oltre 250 espositori italiani e internazionali selezionati con cura per diffondere un’attenta consapevolezza del paesaggio. Piante rare, insolite e da collezione, oggetti d’artigianato e creazioni originali celebrano una natura che si fa arte, un saper fare prezioso in uno scenario esclusivo. E ancora, i giardini tematici selezionati tramite il concorso internazionale Spazi Creativi (il vincitore si aggiudica il premio “La Foglia d’oro del Lago di Como”) e le installazioni site specific ispirate al tema dell’anno fanno da sfondo a un programma di appuntamenti culturali che coinvolge esperti del settore, paesaggisti, agronomi, visionari. Le performance, le esperienze e i laboratori emozionano e sorprendono anche i bambini e i ragazzi, con attività pensate appositamente per loro. Con il titolo Eden, la quindicesima edizione di Orticolario indaga la meraviglia ancestrale e presenta i diversi volti di un luogo primordiale e selvaggio, che trascende la comune idea di perfezione per celebrare la potenza sconvolgente e attraente della natura. È un invito ad allontanarsi dall’antropocentrismo contemporaneo, dall’idea di possesso, di dominio e di prevaricazione per abbracciare l’incontaminato e scoprire il bello oltre l’immaginazione umana, nella sua versione originaria. Il giardino come luogo glorioso si manifesta in “DZONOT”, nel cuore del padiglione centrale, progetto di Jonathan Arnaboldi e Matteo Pellicanò, realizzato con il sostegno di Fondazione Banca Popolare di Milano e il contributo di STIHL. Al centro di questa dimensione selvatica, le piante alimurgiche: le specie spontanee commestibili che stanno definendo il ritorno al foraging. La conoscenza delle erbacee edibili, che si traduce nella capacità di distinguere le specie e nel saperne individuare le parti commestibili, fa parte di un sapere da salvaguardare. Foglie, radici, bulbi, bacche, germogli e cortecce di tali piante hanno definito l’alimentazione originaria su cui si sono fondate le civiltà e rappresentano un legame antico fra l’uomo e la natura, oltre a essere considerate un prezioso patrimonio per l’ecosistema. Riconoscere il valore delle erbacee commestibili è un atto di gratitudine che Orticolario sceglie di fare con “Una passeggiata nel bosco”, alla scoperta delle piante alimurgiche, progetto di Laura Storero, Marco Gramaglia e Davide Bacci. Tra i luoghi iconici a Orticolario 2025 anche l’installazione “E quindi uscimmo a riveder le stelle” di Mantero Seta che invade l’atrio di Villa Erba, guidata dal principio della meraviglia. Il giardino inteso come luogo di nutrimento accompagna la quindicesima edizione di Orticolario che ha scelto come piante rappresentative le alimurgiche, le specie spontanee commestibili che stanno definendo il ritorno al foraging, e sceglie come ospite d’onore Antonia Klugmann. La chef patronne del ristorante L’Argine a Vencò esprime, infatti, nel suo lavoro di ricerca gastronomica un autentico ritorno alla terra. La materia prima diventa elemento poetico, effimero e irripetibile che ispira una creatività nutrita nel silenzio interiore: il semplice gesto di raccogliere le erbe nei campi diventa momento di un rituale che si conclude in un’esperienza di gusto capace di celebrare l’autenticità della natura. Sobrietà e consapevolezza guidano la cucina etica della chef, in cui il non spreco diviene atto poetico. Orticolario muta e sperimenta per stimolare pensieri inediti sulla cultura del paesaggio. In questa dimensione vibrante ogni edizione presenta nuovi aspetti di un progetto in continuo divenire, sia dal punto di vista dell’assetto espositivo che dei contenuti. Quattro sono le novità per il 2025. Con AREA* prende vita una serie di luoghi concepiti per celebrare cultura, natura e la maestria artigianale: gli spazi centrali dei corridoi delle due ali si animano di realtà che fondono estetica, contenuto e materia. A loro il compito di valorizzare tali spazi per offrire visioni inaspettate e passioni da riscoprire. Inedito è anche il mercato di Orticolario, introdotto per dar risalto al prodotto alimentare biologico e alla sua lavorazione: un’area conviviale e suggestiva animata da produttori selezionati, tra realtà già apprezzate dal pubblico e nuove eccellenze da scoprire. All’interno di stanze tematiche dedicate al food, i visitatori possono esplorare proposte enogastronomiche ricercate e di alta qualità, in un dialogo ideale tra terra, cultura e gusto. Olistica, invece, è l’ambiente animato dalla sensibilità dello Studio Olistica di Margherita Sartori, che offre ai visitatori la possibilità di esplorare un nuovo tipo di benessere, più corale e coerente, attraverso attività che spaziano dallo yoga all’ipnosi olistica, dalle costellazioni familiari alla naturopatia. Infine, ZONA TECNICA è lo spazio dedicato alla passione per il giardino che, con il sostegno di Gerosa Green Solutions e Bottos, accoglie espositori specializzati in ogni tipo di area verde e mette a disposizione anche una serie di esperti qualificati per fornire consigli pratici e approfondimenti. Non è un garden show, né tantomeno una mostra-mercato, Orticolario è soprattutto un evento dal doppio valore: le finalità benefiche e di supporto sociale incontrano la volontà di diffondere la cultura del paesaggio. Le attività culturali in scena a Villa Erba sono realizzate attraverso il Fondo Amici di Orticolario presso la Fondazione Provinciale della Comunità Comasca, che devolve poi i contributi a cinque associazioni del territorio lariano, impegnate a loro volta nell’evento, per supportarne i progetti filantropici. Orticolario 2025 è realizzato con il sostegno di Mantero Seta e, in ordine alfabetico, con: il contributo di Berlucchi Franciacorta, BCC di Lezzeno, Dodo Boutique di Como, Ethimo, Faber-Castell, Felco, Fondazione Banca Popolare di Milano, L’Erbolario, Mood, STIHL, Valverde, Wide Group; il contributo tecnico di Autovittani, Bianchi Group, Blumen, Grafiche Tassotti, Mticket, Navigazione Laghi, Pellegrini, San Carlo, Vedette 2 Mondialpol. L’evento, inoltre, ha ottenuto: il sostegno e il patrocinio di Camera di Commercio di Como – Lecco, Comune di Cernobbio e Provincia di Como; il patrocinio del Comune di Como, dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali delle Province di Como, Lecco e Sondrio, dell’Ordine degli Architetti di Como e di Regione Lombardia che ha riconosciuto Orticolario come manifestazione di carattere internazionale anche per il 2026. Si ricorda, infine, la collaborazione con AIAPP, Bottos, Central Park di Mario Mariani, FAI, Fondazione Minoprio ITS Academy, Fratelli Gramaglia, Gerosa Green Solutions, Grand Hotel Villa d’Este, Grandi Giardini Italiani, Il Giardino di Massimo Perazzi, IATH Academy Lake Como, Istituto Gaetano Pessina, Istituto San Vincenzo, Produzione Privata, Protezione Civile Sezione Alpini, TIEVENT, Villa Carlotta, Vincenzo Dascanio. Moritz Mantero, presidente di Orticolario: “Il racconto di questa edizione testimonia il grande lavoro svolto dalla squadra di Orticolario nel corso di un anno intenso e complesso. L’evento dura tre giornate e mezza, ma i contenuti, per numero e qualità, giustificano un impegno cento volte superiore. Del resto, la costante ricerca e attenzione per il dettaglio, la bellezza e l’eleganza rappresentano la nostra cultura e costituiscono il vero punto di forza di Orticolario.”
- Ricky Martin, l’icona latina che ha conquistato il mondo
Nato a San Juan, Porto Rico, il 24 dicembre 1971, Enrique Martín Morales, meglio conosciuto come Ricky Martin, è oggi uno dei volti più rappresentativi della musica pop internazionale. La sua storia è quella di un talento precoce che, con determinazione e carisma, ha saputo trasformarsi in un’icona globale. Fin da bambino mostra inclinazioni artistiche: a soli dieci anni recita in spot televisivi, e poco dopo tenta l’ingresso nei Menudo, la boy band che negli anni ’80 faceva impazzire l’America Latina. La prima volta viene scartato, ma qualche anno dopo riesce a entrare nel gruppo, con cui gira il mondo e acquisisce l’esperienza che gli servirà per costruire la sua carriera solista. Nel 1991 pubblica il suo primo album da solista. Il vero salto di qualità, però, arriva nel 1995 con “María”, brano che lo consacra a livello internazionale. Da quel momento, il suo percorso è una continua ascesa: nel 1998 firma “La Copa de la Vida”, inno ufficiale dei Mondiali di calcio, e l’anno successivo conquista le classifiche mondiali con “Livin’ la Vida Loca”, diventando il primo artista latino a imporsi con tale forza nel mercato anglofono. La sua immagine di sex symbol e performer trascinante non lo ha mai distolto dalla ricerca di autenticità personale. Nel 2008 diventa padre di due gemelli tramite maternità surrogata e nel 2010, dopo anni di riservatezza, fa coming out dichiarando la propria omosessualità. Una scelta coraggiosa che lo trasforma in un punto di riferimento per la comunità LGBTQ+. Successivamente, con l’artista Jwan Yosef, ha costruito una famiglia allargata con altri due figli, Lucia e Renn. Oltre alla musica, Ricky Martin si è distinto per il suo impegno umanitario attraverso la Ricky Martin Foundation, attiva contro lo sfruttamento dei minori e a favore dei diritti umani. A distanza di oltre trent’anni dagli esordi, Martin continua a essere protagonista della scena musicale internazionale. Nel 2025 sarà il primo artista a ricevere il Latin Icon Award agli MTV Video Music Awards, riconoscimento che celebra non solo i suoi successi discografici, ma anche l’impatto culturale e sociale della sua figura. Dai palchi di San Juan alle arene del mondo, Ricky Martin resta la dimostrazione vivente che il talento, unito al coraggio di essere se stessi, può trasformare una voce in un simbolo universale. Di seguito troverete la discografia
- Plein Hotel Milano: dove il lusso diventa emozione
Milano è una città che non smette mai di sorprendere. Dietro i suoi palazzi storici e i grattacieli avveniristici si nasconde un’anima che cambia di stagione in stagione, di evento in evento, sempre pronta a rinnovarsi. In questo scenario nasce il Plein Hotel, primo albergo firmato da Philipp Plein, un luogo che non è solo ospitalità, ma un’esperienza totale, pensata per stupire e far sognare. All’interno del Palazzo Melzi d’Eril, un edificio che appartiene alla memoria della moda italiana, un tempo sede di Krizia, Plein ha investito oltre quaranta milioni di euro per dare vita a un progetto che vuole andare oltre le regole tradizionali dell’hôtellerie. Non si tratta di creare un semplice hotel, ma di raccontare una visione. E la visione di Philipp Plein è chiara: il lusso non è silenzioso, non è discreto, ma deve mostrarsi, affascinare, conquistare. Varcando l’ingresso si percepisce immediatamente di trovarsi in un universo parallelo. Il design è un linguaggio teatrale che parla attraverso superfici in marmo, specchi che amplificano lo spazio, lampadari monumentali che scendono come sculture luminose. Ogni dettaglio è pensato per emozionare: dalle boiserie barocche ai riflessi metallici, dai colori intensi alle linee scenografiche. È come entrare in una fiaba moderna, dove la realtà si veste di glamour e la quotidianità diventa spettacolo. Le sedici suite sono il cuore pulsante dell’hotel. Ognuna diversa, ognuna con un carattere preciso. Ci sono stanze che invitano al raccoglimento, con spa private che diventano rifugi di benessere assoluto; altre che aprono su terrazze panoramiche, regalando a chi vi soggiorna una Milano intima e sorprendente. Tutte, però, hanno qualcosa in comune: non si limitano a offrire comfort, ma vogliono raccontare una storia. Sono stanze da vivere, ma anche da ricordare, capaci di lasciare un segno nel cuore di chi le abita, fosse anche solo per una notte. Il Plein Hotel è anche un luogo che respira la città e la sua energia cosmopolita. Non è pensato solo per chi viaggia, ma anche per chi vive Milano e cerca un’esperienza diversa. I suoi spazi dedicati alla ristorazione, alle lounge e al rooftop non sono semplici servizi, ma scenografie che mutano con il passare delle ore. Ci si può concedere una colazione lenta, sorseggiare un cocktail al tramonto, lasciarsi trasportare dalla musica di una serata esclusiva. Ogni momento diventa parte di un rituale che ha come protagonista il piacere di vivere intensamente. E in questo contesto non poteva mancare la provocazione, cifra stilistica di Philipp Plein. La celebre pizza allo champagne da 1.500 euro non è un vezzo gastronomico, ma un simbolo. È un gesto pensato per far parlare, per accendere i riflettori, per trasformare un semplice piatto in un’icona del lusso ironico ed esibito. È l’esempio perfetto di come l’hotel non voglia soltanto offrire servizi, ma generare emozioni, racconti, esperienze che restano nella memoria e che diventano parte della narrazione stessa del luogo. Il pubblico che varca la soglia del Plein Hotel è internazionale: viaggiatori dal Medio Oriente, dagli Stati Uniti, dall’Asia, ma anche milanesi curiosi che vogliono scoprire un volto diverso della propria città. È un luogo che si apre a chi cerca non solo una stanza, ma un’emozione da vivere. Qui tutto è pensato per stupire, dalle atmosfere intime delle camere ai bagni scenografici che sembrano nati per essere fotografati, fino agli spazi comuni che diventano veri palcoscenici urbani. Con il Plein Hotel, Milano conferma ancora una volta la sua vocazione di capitale del lusso e del lifestyle. Non si tratta solo di ospitalità, ma di un progetto che abbraccia moda, design e intrattenimento, unendo mondi diversi sotto un’unica visione. Philipp Plein porta nella città la sua estetica audace, fatta di eccessi, ironia e meraviglia, e la trasforma in un’esperienza tangibile, che si può toccare, respirare, vivere. Il lusso, qui, non è un dettaglio prezioso nascosto, ma un palcoscenico da abitare. Ogni soggiorno diventa un evento, ogni angolo un ricordo da portare via, ogni istante un frammento di bellezza che resiste al tempo. Il Plein Hotel non è solo un nuovo indirizzo milanese, è una promessa: quella di vivere il lusso come emozione, come spettacolo, come racconto.
- Anton Giulio Grande trionfa alla Milano Fashion Week con l’omaggio a Frida Kahlo.
Frida è il titolo della nuova collezione Spring/Summer 2026 di Anton Giulio Grande, talentuoso stilista e Presidente della Calabria Film Commission, che è stata presentata giovedì 25 settembre 2025 a Milano all’interno del Leather Fashion Hub di Lineapelle Designers Edition a Piazza Giuseppe Tomasi di Lampedusa durante la Milano Fashion Week. Protocollo Credits by : Damiano Colle Anton Giulio Grande, inoltre, sabato 4 ottobre 2025 presenterà a Parigi, in occasione della Paris Fashion Week all’Hotel Plaza Athénée al numero 25 di Avenue Montaigne, storica via dell’haute couture mondiale, la nuova collezione di prêt-à-couture. La sfilata a Milano è stata organizzata in collaborazione con Lineapelle- Unic Concerie Italiane, ed è una personale e sentita dedica del celebre couturier ad una delle figure più affascinanti del Novecento mondiale: Frida Kahlo. L’artista messicana è universalmente nota per aver trovato nella pittura un’ancora di salvezza nei confronti della sua esistenza. La nota pittrice si è saputa imporre esternando nelle sue opere il proprio vissuto provato da sofferenze, ma comunque valorizzato da un’anima anticonformista, forte e ribelle. In passerella ventidue look, un tripudio di pellami lavorati con le tecniche dell’alta moda con top asimmetrici di camoscio, cavallino, nappe, iper ricamati. Tra i capi cult per la prossima stagione proposti da Grande ci sono le gonne lunghe in stile gipsy con frange di pelle e di cristalli, rouches di organza, balze di pizzo, e anche un particolare giubbotto di pelle con l’immagine della Kahlo. Ad applaudire il designer, tra gli ospiti vip, le attrici Madalina Diana Ghenea, Debora Caprioglio, l’attore Lorenzo Spolverato e il cantante Virginio. “Mi sono lasciato sugestionare da Frida Kahlo perché è stata una donna simbolo della libertà d’espressione”- dichiara Grande- “Frida ha anticipato dei concetti moderni, dei modi di essere di un’attualità sconcertante. Dei suoi difetti ne ha fatto un punto di forza, è divenuta un simbolo di libertà, la pittura per lei è stata un’ancora di salvezza nei giorni della malattia ed ha saputo esternare attraverso la sua arte le sofferenze, è una delle più grandi pittrici anticonformiste del XX secolo. La mia dedica appare soprattutto nelle gonne lunghe alla caviglia con delle linee proprie dell’epoca della Kahlo con ampiezze svasate, morbide, arricchite da tematiche folk, balze, plissè, rouches, colorate. La Kahlo utilizzava proprio le gonne ampie e lunghe per nascondere il suo incedere claudicante.” Gli abiti lunghi seguono la lunghezza delle gonne. I giacchini di pelle sono ricamati in materiali ultra preziosi: piume, strass, swarovski, inserti di pellame con lavorazioni geometriche e contrasti di colore e materiali. I corpini sono realizzati anch’essi con delle forme geometriche bordate di piume in tinta con la pelle, troviamo anche i corpini asimmetrici in cavallino, pelle e camoscio. I gilet smanicati e iper ricamati richiamano nei motivi la figura della Kahlo. La palette cromatica spazia dal nero, nuance cara allo stilista, fino ai bluette, celeste, verde acqua. I colori pastello si aprono in una ruota immensa di plissè con lavorazioni geometriche. Ad impreziosire i look in passerella ci saranno copricapi unici, realizzati interamente a mano da Florilegio con fiori di carta intagliati e dipinti, frutto di un lavoro corale che unisce maestria e visione. I fiori per la Kahlo non erano solo elementi decorativi, ma un mezzo per esplorare e rappresentare la bellezza, la vita e le emozioni, anche quelle più difficili come il dolore, al punto che affermava: “Dipingo i fiori per non farli morire”. Le calzature maschili sono di Daniele Piscitelli, giovane brand interamente Made in Italy, nato da tre generazioni di tradizione artigiana. La collezione in passerella unisce ricerca dei materiali e cromie sofisticate, in un equilibrio di stile ed eleganza. Anton Giulio Grande da sempre crea capi unici amati dalle star di tutto il mondo. Lo stilista calabrese si è affermato nel mondo dell’alta moda internazionale dopo aver studiato presso l’Università Polimoda di Firenze e successivamente al Fashion Institute of Technology di New York. Grande si esprime oggi con lasua inventiva più alta, la creatività il talento capace di esaltare e valorizzare la vera essenza femminile. Lo stilista ricopre inoltre la carica di Presidente della Calabria Film Commission. L’evento è stato realizzato in collaborazione con: LINEAPELLE – UNIC Concerie Italiane; Italiana. Accessori S.r.l., Florilegio, Daniele Pisciteli, Hair – Franco Curletto; Make Up – Maurizio Calcagno. GALLERIA FOTOGRAFICA Credits by : Damiano Colle
- Giorgio Armani a Brera: l’eleganza che diventa eternità
Milano celebra uno dei suoi figli più amati con un tributo che intreccia arte e moda in un dialogo silenzioso e toccante. Alla Pinacoteca di Brera, tempio della bellezza italiana, prende vita la mostra “Milano, per amore”, visitabile dal 24 settembre 2025 all’11 gennaio 2026. Non si tratta di una semplice esposizione, ma di un incontro raro tra due linguaggi che, pur nati in epoche diverse, parlano la stessa lingua: quella della bellezza senza tempo. Photo Credits: Damiano Colle Giorgio Armani, con la sua consueta modestia, aveva confessato: “Non sono all’altezza di questi capolavori.” Eppure, proprio in questa frase si riflette il suo genio. I suoi abiti non cercano di imporsi, ma si collocano con delicatezza al centro delle sale, rispettosi dei maestri del passato eppure capaci di dialogare con essi. Non è confronto, ma sussurro; non sfida, ma armonia. Ogni creazione diventa un punto di luce che si riflette sulla tela della storia, senza oscurarla. Gli abiti scelti non sono semplici capi di moda, ma memorie tangibili di un’epoca e di un percorso umano. Il completo indossato da Richard Gere in American Gigolò, che segnò un momento epocale nel cinema e nella moda; l’abito rosso papavero portato da Katie Holmes al Met Gala, simbolo di audacia e grazia; la giacca potente di Grace Jones, icona degli anni Ottanta; il look indimenticabile di Mia Martini a Sanremo 1990, che porta con sé un carico emotivo intramontabile. E infine, la t-shirt con il volto di Armani stesso, quasi un segno di intimità e vicinanza, un sorriso discreto lasciato come eredità a chi osserva. La scelta della Pinacoteca di Brera non è casuale. Questo luogo non è soltanto cornice, ma parte integrante del racconto: qui l’anima di Milano, rigorosa e raffinata, trova espressione nelle pennellate dei maestri e nella sobrietà delle linee armaniane. Brera è il cuore artistico della città, ed è proprio tra le sue mura che Armani intreccia la sua storia personale con quella collettiva, restituendo a Milano l’amore che sempre ha dichiarato. Visitare questa mostra significa vivere un’esperienza che va oltre lo sguardo. È lasciarsi attraversare dal tempo, riconoscere che la bellezza non appartiene a un’epoca ma si fa ponte tra generazioni. Pittura e moda, secoli di distanza l’una dall’altra, rivelano la stessa tensione verso l’armonia e la stessa volontà di toccare l’anima. Giorgio Armani, con la sua visione limpida, ci ricorda che l’eleganza non è tendenza, ma linguaggio eterno, che non svanisce e non si consuma. GALLEDIA FOTOGRAFICA E così, quando si varcano le porte di Brera e ci si lascia alle spalle il silenzio delle sale, resta un’emozione persistente, come se la città stessa avesse respirato la presenza del Maestro e ne custodisse ora l’essenza. Milano, musa e radice, si illumina di gratitudine e restituisce al mondo il lascito più prezioso: la certezza che la vera bellezza nasce dall’amore e, proprio per questo, dura per sempre.
- Catwalk Milan: La 5ª edizione della sfilata di moda tra eccellenza italiana e solidarietà
Catwalk Milan, uno degli eventi più attesi durante la Milano Fashion Week, celebra la sua quinta edizione il 29 settembre 2025 nell'esclusiva Sala Duomo dell'Excelsior Hotel Gallia, uno degli alberghi più prestigiosi della città. Quest’anno, l'evento si arricchisce di una nuova dimensione, con la presentazione delle collezioni di alcuni dei più rinomati stilisti italiani e internazionali, tra cui Jamal Taslaq, ALV di Alviero Martini, Antonella Bravi, Otto & Mezzo Cashmere e Fabio Porloid. In una cornice di lusso e raffinatezza, il Catwalk Milan offre una passerella unica per talenti affermati e emergenti. Il parterre sarà composto da giornalisti, buyer, influencer, celebrità e ospiti internazionali, che avranno la possibilità di scoprire in anteprima le nuove tendenze e di immergersi nell'universo della moda, dell'artigianalità e della creatività che caratterizzano il Made in Italy. Un evento che va oltre la moda, impegnandosi a supportare anche una causa di grande valore sociale: l'Associazione Emergenza Sorrisi ETS, che da oltre 15 anni porta avanti missioni chirurgiche umanitarie per bambini affetti da malformazioni cranio-facciali, ustioni e traumi in contesti di emergenza. Gli ospiti dell’evento avranno l'opportunità di contribuire a questa importante causa, partecipando alla raccolta fondi organizzata per sostenere le attività dell'associazione. In questa quinta edizione, l'arte trova spazio anche nella pittura, con le opere degli artisti Pavel Kir ed Elena Giunco, che arricchiranno la giornata con i loro dipinti, creando una sinergia tra moda, arte e cultura. Il Made in Italy sarà protagonista anche nel settore enogastronomico, con un cocktail esclusivo che presenterà i migliori prodotti del Food & Beverage italiano, celebrando l’eccellenza e l’autenticità dei sapori italiani. Catwalk Milan ha un respiro internazionale: il suo format itinerante è nato con l’obiettivo di promuovere le eccellenze italiane nel mondo. Dopo l’evento di successo a Shanghai lo scorso maggio, sono in programma edizioni a Zurigo, Dubai e Montecarlo nel 2026, con un ritorno in Cina per consolidare il progetto di internazionalizzazione dei prodotti italiani nel mercato asiatico. L’evento è stato ideato da Gianluigi Resta, titolare di GR Events & Communication e project manager di eventi internazionali nel settore della moda. Gianluigi Resta è da sempre impegnato nella creazione di spazi innovativi per designer emergenti e brand in crescita, e ha voluto con questo progetto offrire loro una piattaforma globale per far conoscere le proprie creazioni. La regia dell’evento è affidata alla celebre Titti Baiocchi, regista con una lunga carriera internazionale nel mondo delle sfilate e degli eventi moda, con esperienze presso maison prestigiose come Cavalli, Krizia, Bottega Veneta, Diesel e Dsquared2. Novità di questa edizione: la giornalista e conduttrice Tania La Gatta sarà presente per condurre le interviste e parte della conduzione dell’evento. Grazie alla sua collaborazione con Ugo Autuori, verrà realizzato uno speciale di 30 minuti dedicato a Catwalk Milan all’interno della trasmissione “Extreme”, da lei condotta, che andrà in onda a ottobre. Con Catwalk Milan l'Italia continua a dimostrare la sua leadership nel settore della moda, della creatività e dell’innovazione, portando le eccellenze italiane al di fuori dei confini nazionali e creando un ponte fra le tradizioni e i mercati internazionali.
- F1 e Tag Heuer un legame lungo una vita
Per il Gran Premio d’Italia il brand svizzero di orologi TAG Heuer, che da quest’anno torna ad essere Official Timekeeper della Formula 1, arriva a Milano con una mostra fotografica dedicata alla Formula 1: “Timing Italy– The Tag Heuer Way” si sviluppa lungo via Montenapoleone e colorerà con immagini di velocità il panorama del distretto milanese della moda dal primo al 14 settembre. Si tratta di un’esposizione fotografica costituita da 10 pannelli bifrontali, per un totale di 20 visual, che raccontano 50 anni di storia della Formula 1 in Italia, mettendo in evidenza il legame tra il nostro Paese e i personaggi che hanno lasciato un segno in questo sport: Ayrton Senna, Clay Regazzoni, Jo Siffert, le scuderie più iconiche tra cui Ferrari, McLaren e Red Bull Racing, con le storiche gare italiane come la Targa Florio, ma soprattutto al suo contributo fondamentale all’evoluzione professionistica del cronometraggio sui circuiti grazie anche alla presenza su pista del cronometrista TAG Heuer Jean Campiche. Da oltre 160 anni TAG Heuer guida invece di seguire, stabilendo le proprie regole e conducendo l'orologeria attraverso territori inesplorati. I suoi segnatempo non sono un'immagine fedele della tradizione, bensì la rappresentazione autentica del design e dell'ingegneria orologiera nella loro forma più innovativa e stupefacente. Quello della maison svizzera, da sempre legata al mondo dello sport, è in realtà un ritorno in un ruolo che aveva già avuto in passato - dal 1992 al 2003 - e che vanta alcuni primati con la F1: TAG Heuer è stato il primo luxury brand ad avere il proprio logo su una vettura di Formula 1 nel 1969, il primo a sponsorizzare una squadra nel 1971 e, con 239 vittorie, 613 podi, 9.471 punti, 11 Campionati del Mondo Costruttori e 15 Campionati del Mondo Piloti, è uno dei marchi più di successo nella storia della Formula 1. Nel 1986 ha lanciato una collezione di orologi chiamata Formula 1. La collaborazione tra TAG Heuer e la Formula 1 incarna una filosofia condivisa tra i due iconici brand che va oltre le corse, grazie alla dedizione all'ingegneria di precisione, la tecnologia all'avanguardia, i materiali innovativi, la ricerca della precisione e l'impegno indissolubile a superare i propri limiti. Fondata nel 1860, TAG Heuer si è affermata presto come produttore di dispositivi per il cronometraggio, presentando il primo cronografo da cruscotto nel 1911. Nel 1916, l'azienda lanciò il primo cronometro con precisione al centesimo di secondo, il Mikrograph, che fissò lo standard per il cronometraggio sportivo di alta precisione. Negli anni '50, i primi anni della Formula 1, Heuer decise di produrre solo cronografi da polso, posizionandosi come l'orologio per chi dava il massimo valore al tempo. Negli anni Sessanta, con la crescente popolarità della Formula 1, Heuer divenne strettamente legato allo sport e ai suoi piloti. Uno dei momenti chiave fu l'associazione con Jochen Rindt, vincitore postumo del Campionato del Mondo Piloti del 1970, che indossò un Heuer Autavia durante la sua carriera. Un momento cruciale si verificò quando Jack Heuer, allora CEO dell'azienda di famiglia, incontrò Jo Siffert, un giovane pilota svizzero. Fu raggiunto un accordo per promuovere il lancio del cronografo automatico Calibro 11, posizionando il logo Heuer sulla Lotus 49B di Siffert durante la stagione 1969 e il suo scudo sulla tuta da corsa. Nel 1971, Ferrari cercava un sistema di cronometraggio per il nuovo circuito di test a Fiorano. Heuer sviluppò il dispositivo Le Mans Centigraph, che divenne un elemento fondamentale per il Team, contribuendo ai successi di Ferrari negli anni Settanta, tra cui la conquista del Campionato del Mondo Piloti e Costruttori del 1975 con Niki Lauda. Lo strumento di misurazione Le Mans Centigraph e il suo celebre utilizzatore Jean Campiche, parte del Team Heuer, una leggenda nel mondo del motorsport soprannominato 'Iil pianista', viaggiarono in tutto il mondo per fornire al Team Ferrari una misurazione dei tempi indipendente da quella del pit wall. Quando gli altri team, tra cui BRM, McLaren, Surtees ed altri, capirono che il dispositivo era uno strumento fondamentale per ottenere le vittorie, si interessarono ad acquisirne uno per ciascuno. La partnership con Ferrari si concluse nel 1979, proseguendo poi con McLaren, dando vita a una delle collaborazioni più durature nella storia della Formula 1. Nel 1985 Heuer venne acquisita da Techniques d’Avant Garde Group, proprietaria del team McLaren, portando alla nascita del nome TAG Heuer. Il logo TAG Heuer era impresso sul cruscotto della MP4/2C di Alain Prost che avrebbe vinto il campionato del mondo 1986. Nello stesso anno fu lanciato un modello destinato a diventare un'icona culturale rappresentativa del legame tra TAG Heuer e il motorsport: TAG Heuer Formula 1. Un must-have di quegli anni. Nel 1988 Ayrton Senna, un giovane pilota brasiliano, entrò in McLaren, indossando orologi TAG Heuer durante i suoi tre Campionati del Mondo Piloti. Senna rimase legato al marchio anche dopo la sua tragica scomparsa nel 1994, con TAG Heuer che continua a collaborare con la Senna Foundation. Nel 1992 TAG Heuer ha stabilito un accordo per diventare Official Timekeeping Partner di Formula 1, oltre a fornire nuovi strumenti di rilevazione e analisi dei dati, il sistema ha contribuito a costruire una nuova dimensione di intrattenimento e coinvolgimento degli spettatori. Il logo TAG Heuer compariva sugli schermi televisivi di tutto il mondo, associando in maniera definitiva il suo nome e i suoi codici alla Formula 1. Nel 2016, TAG Heuer si è unito alla Red Bull Racing, una collaborazione che ha portato alla vittoria di quattro Campionati del Mondo Piloti con Max Verstappen e due Campionati Costruttori consecutivi. TAG Heuer continuerà a lavorare con Oracle Red Bull Racing parallelamente al suo ruolo di Cronometrista Ufficiale della Formula 1.
- Origine, metodo, futuro by Armani / Archivio
Giorgio Armani in occasione del cinquantesimo anniversario dalla sua fondazione. È un’attività di ricerca e documentazione che interpreta l’idea di heritage come un percorso vivo, radicato nel presente e orientato al futuro: una living legacy che è insieme riscoperta e ispirazione. L’archivio raccoglie i look custoditi in azienda dal 1975 a oggi. Grazie al lavoro di conservazione e documentazione, permette di esplorare le collezioni, ricostruire le cronologie, comprendere i codici. La chiave di lettura dell’archivio è il look, sintesi di un processo che coinvolge la progettazione dei capi, l’attitudine dei corpi e l’orchestrazione delle atmosfere. Ogni oggetto presentato da ARMANI / Archivio è la testimonianza di un gesto creativo, ogni dettaglio rivela l’evoluzione e la coerenza di forme, materiali, silhouette e intenzioni – elementi che costituiscono la materia viva di un pensiero che ha superato i codici della moda per diventare linguaggio culturale, da leggere e reinterpretare. Partendo dalla valorizzazione archivistica della prima linea prêt-à-porter, ARMANI / Archivio ricostruisce il percorso di Giorgio Armani grazie a un processo di studio, catalogazione e interpretazione in costante sviluppo. In questo senso il progetto consolida le fondamenta di una precisa visione aziendale, a cui si aggiunge un gesto di apertura e dialogo con la comunità globale. Strutturato su più livelli, ARMANI / Archivio è un ambiente di catalogazione, uno spazio di consultazione e scoperta, ma anche una finestra pubblica sulla definizione dello stile di Giorgio Armani. Al centro del progetto c’è un archivio straordinario, in cui tutti i look, i capi, le immagini e le informazioni vengono conservati e studiati come parte di un linguaggio complesso. È un centro di coerenza per l’azienda, che connette i diversi territori di una realtà globale che parla molte lingue e trova nell’archivio un fondamentale punto di riferimento. Il lavoro di ricerca e catalogazione arriva anche al pubblico, tramite la piattaforma ARMANI / Archivio. Qui, release tematiche invitano a esplorare i documenti raccolti con l’approccio dell’archivista, seguendo percorsi fatti di dettagli, connessioni e rimandi. È un gesto di apertura raro e per molti versi unico: ARMANI / Archivio non si apre al pubblico solo attraverso mostre o vetrine, ma come autentico spazio di consultazione e ricerca. Accanto ai materiali per la libera consultazione, ARMANI / Archivio mette a disposizione per l’acquisto alcuni capi d’archivio, in un’ottica di circolazione e valorizzazione culturale del patrimonio materiale della moda. ARMANI / Archivio è uno strumento prezioso per l’azienda, oltre che una fonte unica per studiosi, creativi e appassionati. Uno spazio vivo in grado di ispirare nuove visioni. Entrare in questo archivio significa avere la rara opportunità di attraversare cinquant’anni di evoluzione e coerenza creativa: una living legacy che racconta lo stile di Giorgio Armani, continuando a sorprendere, emozionare e orientare lo sguardo verso il futuro. "Un archivio non conserva solo abiti: custodisce gesti. Ogni elemento è la memoria di una precisa scelta di design: costruita, decostruita, svelata, incisa nel tessuto. Questa selezione collega passato e futuro in una grammatica viva di forma, pensiero e visione." Giorgio Armani
- Albania Rosario dal sogno alla carriera piena di premi
É un potente esempio di visione, perseveranza e di come un'idea nata dalla necessità possa trasformarsi in un'influente istituzione. Le Origini e l'Arrivo a New York Nata e cresciuta nella Repubblica Dominicana, Albania Rosario è cresciuta con una passione per la moda, ma non avrebbe mai immaginato il ruolo che avrebbe giocato nel panorama internazionale. Nel dicembre del 2000, all'età di 18 anni, si è trasferita a New York con i suoi genitori. L'inizio fu difficile: non conosceva la lingua inglese e dovette affrontare le sfide tipiche di un'immigrata in una metropoli sconosciuta. Nonostante le difficoltà, si iscrisse al CUNY Hunter College, dimostrando fin da subito una grande determinazione. La Svolta: La New York Fashion Week Durante i suoi anni di studio, Albania iniziò a fare volontariato alla New York Fashion Week (NYFW). Fu qui che ebbe la sua epifania. Camminando tra i backstage e le passerelle, si rese conto di un'enorme lacuna nel settore: non c'erano quasi designer latinoamericani che avessero l'opportunità di presentare le loro collezioni su una piattaforma così prestigiosa. L'industria della moda, apparentemente globale, non offriva un palcoscenico accessibile a talenti straordinari provenienti da paesi come il suo. La Nascita di un'Istituzione: FDLA Questa mancanza di rappresentanza divenne la sua missione. Albania Rosario decise di non aspettare che le porte si aprissero, ma di crearne una lei stessa. Così, fondò Fashion Designers of Latin America (FDLA). Il suo obiettivo era chiaro: fornire una piattaforma per i designer latinoamericani emergenti e affermati, dando loro la visibilità e il supporto necessari per prosperare a livello globale. L'FDLA non è solo un'organizzazione; è un ponte tra la creatività vibrante dell'America Latina e il cuore pulsante della moda mondiale a New York. L'Impatto e l'Eredità Sotto la sua guida come fondatrice e direttrice creativa, l'FDLA è diventata una presenza fissa durante la New York Fashion Week, attirando l'attenzione della stampa internazionale e di importanti sponsor. Albania ha saputo costruire relazioni solide e ha trasformato l'FDLA in un evento imperdibile che celebra la diversità, l'artigianato e l'innovazione dei designer latini. La sua storia è un'ode al "sogno americano", ma con una chiave di lettura diversa: non si tratta solo di realizzare un sogno personale, ma di costruire una scala per permettere anche ad altri di salire. Oggi, in qualità di Presidente della FDLA Foundation Inc., continua il suo impegno per promuovere e sostenere la comunità creativa latina.
- Emanuela Tittocchia
Nasce a Torino, da mamma toscana e papà umbro. Frequenta il Liceo Scientifico Albert Einstein e si laurea, nel 1997, al Politecnico di Torino alla “Facoltà di Architettura”. Il titolo della tesi è “Struttura e significato dello spazio scenico: un allestimento teatrale a Pontremoli”. Nel frattempo frequenta la Scuola di Recitazione del “Teatro Nuovo di Torino”, diretta da Enza Giovine, e si diploma nel 1993. Durante i quattro anni di corso recitain opere di Campanile, Ionesco, Tardieu, Plauto, Pirandello, Goldoni, Shakespeare…Già da piccola nutre una grande passione per la televisione, ispirata da grandi personaggi televisivi italiani come Raffaella Carrà, Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, Loretta Goggi.L’amore per il teatro e per il palco nasce osservando il grandissimo Totò, grande punto di riferimento da sempre di Emanuela. A soli sette anni inizia a studiare canto, danza classica, pianoforte e fisarmonica. Si esibisce al Teatro Alfieri di Torino e prende parte a vari concorsi canori in onda su emittenti televisive piemontesi. A tredici anni è protagonista di uno spettacolo teatrale dal titolo “La pentola rivelatrice” e ottiene buoni riconoscimenti. Figlia di arbitro e giudice sportivo, Emanuela durante l’adolescenza sviluppa un grande interesse per lo sport, in particolare per il calcio, sia come tifosa, sia come calciatrice giocando per anni in una squadra femminile. La carriera televisiva inizia nelle emittenti del Piemonte. Dal 1992 al 1998 lavora a Televox, Quinta Rete, Quarta Rete, Telestudio e Rete 7, cura e conduce telegiornali e trasmissioni di vario genere, scrive e realizza documentari e servizi esterni. Nel frattempo continua a fare teatro. Nel 1994 partecipa alla prestigiosa rassegna di Anna Cuculo “Aquilegia blu”, teatro al femminile, portando in scena il monologo “Che bell’idea!”, scritto da lei e dedicato all’amata attrice Monica Vitti. Nel 1995, ispirandosi al best seller “Donne che amano troppo” di Robin Norwood, scrive ed interpreta “Victims”, uno spettacolo per sensibilizzare il pubblico sul tema della violenza sulle donne (violenza fisica e psicologica). Con questa piece Emanuela partecipa a varie rassegne di teatro. Nello stesso anno con la compagnia Teatro delle Forme interpreta Frosina ne“L'avaro” di Molière, la regia è di Guido Battaglia. Negli anni successivi entra nella compagnia Torino Spettacoli e va in scena al Teatro Erba e Teatro Alfieri con vari spettacoli tra cui “Arsenico e vecchi merletti”, opera di Joseph Kesselring, interpretando il ruolo di Helena Harper. La regia è di Giancarlo Zanetti. Nel 2000 interpreta Clarissa, protagonista degli atti unici “Ma non andare in giro tutta nuda” e “La mamma buonanima della signora” di Georges Feydeau, con la compagnia Teatro Uno di Maurizio Messana.Nel 2001 in “A piedi nudi nel parco” di Neil Simon ottiene il ruolo di Corie, la protagonista, interpretata nell’omonimo film per il cinema da Jane Fonda. La regia è di Ivan Fabio Perna. Nello stesso anno entra nel cast fisso della soap opera di Canale 5 “Centovetrine”,interpretando, per quattordici anni, il personaggio di Carmen Rigoni. Solare impiegata dell’agenzia di viaggi del Centro Commerciale prima, PR e direttrice della rivista Cento, poi. Il 5 aprile 2004 si svolge la 21ª edizione del “Gran Premio Internazionale dello Spettacolo”, comunemente chiamata la serata dei “Telegatti”, al Teatro Nazionale diMilano. Conducono Gerry Scotti e Raffaella Carrà. Centovetrine vince come miglior soap opera dell’anno. Emanuela partecipa alla serata e con grande gioia ritira la prestigiosa statuetta. Nel 2005 e nel 2006 è l'inviata di “Voyager”, trasmissione televisiva di Rai 2, condotta da Roberto Giacobbo. Nel 2006 e 2007 recita nelle minifiction “Nonni in pericolo” e “Consumatori in pericolo”, in onda nella trasmissione di Rete 4 “Forum”, condotta da Rita Dalla Chiesa.Nel 2008 interpreta il ruolo di Ombretta Maltesi nella soap opera di Rai 3 “Un posto al sole”. Nello stesso anno prende parte come concorrente al reality show “La talpa”, in onda su Italia 1, uscendo alla prima puntata e ottenendo grande clamore per aver lasciato in diretta televisiva il compagno Fabio Testi. La complicata vicenda sentimentale viene raccontata nelle trasmissioni televisive “Mattino 5” e “Pomeriggio 5” condotte entrambe da Barbara D’Urso. Nell’occasione Emanuela riceve numerose lettere da parte dei telespettatori alle quali risponde in diretta. Nasce così la rubrica “Lettere sull’amore” curata e condotta da Emanuela a “Mattino 5” per tre anni. Nel 2009 è coprotagonista del film tv “Non smettere di sognare”, regia di Roberto Burchielli, interpretando il ruolo di Sandra Colombo, la conduttrice del talent show. Il film ottiene grande successo e così Mediaset decide di realizzare, nell’anno successivo, una serie in otto puntate per la prima serata di Canale 5. Emanuela continua ad interpretare il ruolo di Sandra. Continua la collaborazione con le trasmissioni di Mediaset “Mattino 5”, “Pomeriggio 5” e “Domenica Live” con il ruolo di ideatrice, curatrice e conduttrice dei servizi “Dai set delle fiction". I servizi raccontano il mondo della fiction Mediaset, con filmati ed interviste ai protagonisti e divertenti incursioni sui set. Negli stessi anni è ospite fissa nella trasmissione di Italia 1 “Tiki Taka”, condotto da Pierluigi Pardo. E’ opinionista e ospite in programmi RAI, Mediaset e La 7 tra cui: Vite allo specchio (La 7), Dimmi la verità (Rai 1), Italia sul 2 (Rai 2), Buona Domenica (Canale 5),Matrix (Canale 5), Domenica live (Canale 5), Se.. a casa di Paola (Rai 1), Uno Mattina (Rai 1), Estate in diretta (Rai 1), Forum (Canale 5), Uno Mattina (Rai 1). Il 14 febbraio del 2011 esce “M’ama non m’ama”, il primo singolo di Emanuela. Brano fresco, giocoso ed orecchiabile, un cha cha cha da ballare. Nel 2012 settembre dello stesso anno Claudio Baglioni la vuole al suo fianco nella conduzione della seconda serata di “O' Scià”, il festival di musica leggera italiana, ideato dal cantautore nell'isola di Lampedusa. Sul palco con i due presentatori un cast eccezionale: Pino Daniele, Zucchero, Loredana Berté, Amedeo Minghi, Beppe Fiorello. Nel 2012 torna a teatro. E’ la protagonista femminile dello spettacolo “I segreti dell’anima”. Emanuela porta in scena un omaggio alla grande attrice Monica Vitti (Teatro Cassia, Roma).Nel 2015, alla Camera dei Deputati di Roma, le viene consegnato il prestigioso“Premio Antonio De Curtis” che riconosce le qualità artistiche e umane degli attori. Emanuela nell’occasione recita un monologo tratto dal film “Il più comico spettacolo del mondo” nel quale Totò parla della figura del comico in questa società. Nel 2017 è protagonista dello spettacolo teatrale “Il circo delle meraviglie”, scritto e diretto da Fabio La Rosa, interpretando il ruolo di una splendida e suadente follia. Lo spettacolo va in scena al Teatro del Mela a Messina. Sempre nel 2017 interpreta Ersilia in “Un figlio a tutti i costi” film per il cinema con la regia di Fabio Gravina e nello stesso anno partecipa al film “L'esodo”, di Ciro Formisano, con Daniela Poggi protagonista. Grazie al ruolo interpretato vince il “Premio Cameo d’Autore e impegno sociale nell’arte” al Villammare Film Festival. Nel 2018 Maurizio Costanzo la ospita nel suo programma televisivo il “Maurizio Costanzo Show”, in onda su Canale 5. Conduce eventi, convegni, premiazioni, serate di moda e festival di cinema tra cui: “Premio Massimo Troisi” a Morcone, “Premio Mia Martini” a Bagnara Calabra, “Ariano International Film Festival”, “Appassionatamente Pino Daniele” a Napoli, “Lucio, Dalla sua parola” dedicato a Lucio Dalla a Matera, “Pizzica la Taranta” a Lecce, “Milano Fashion Show” nella Milano Fashion Week, “Sorridendo Film Festival” a Cinecittà, “Premio internazionale la Calabria nel mondo” alla Camera dei Deputati a Roma, “Bravo Grazie” concorso di comici…Nel 2018 conduce 32 puntate de “Il Boss delle Pizze”, trasmissione televisiva quotidiana sul mondo della pizza, in onda su Alice Tv. Nell’anno successivo è autrice e conduttrice di “Mezzanotte di Fuoco”, talk show irriverente cui due squadre formate da ragazzi si scontrano su temi molto scottanti (in onda su GT Channel). Nel febbraio 2020 durante il “Festival di Sanremo” si occupa della direzione organizzativa dello show del palco di Piazza Colombo ed è volto sul palco. Inoltre cura la direzione artistica dell’“Opening Sanremo 2020”, evento-spettacolo ufficiale d’apertura del Festival di Sanremo prodotto da RAI e RAI Pubblicità in scena al Teatro del Casinò ed è la conduttrice ufficiale di “Casa Sanremo” al Palafiori. Nell’estate 2020 è si occupa della conduzione e della direzione artistica di “Estate Live”, tour prodotto da Rai Pubblicità. Nell’occasione Emanuela realizza intervisteconcerto ad artisti del panorama nazionale (Michele Zarrillo, Ron, Paola Turci, Francesco Baccini, Morgan,…)Nel 2020 incide il remix di “Comprami”, celebre brano degli anni Ottanta portato al successo da Viola Valentino e prende parte al videoclip "Inno della pettegola” della coppia composta dal cantautore Dario Gay e Mauro Coruzzi, in arte Platinette. Collabora per anni con il settimanale “Mio”, realizzando interviste ai personaggi del mondo dello spettacolo. Nel 2021 partecipa al reality show di Canale 5 “L’isola dei famosi”, come concorrente in Honduras e ospite in studio.Nel 2022 è ideatrice, autrice e conduttrice di “A Casa di Emy”, trasmissione televisiva conospiti in studio (Alma TV). Recentemente è stata ospite nelle trasmissioni tv: Generazione Z (Rai 2), Storie di donne albivio (Rai 2), Paradise (Rai 2), Estate in diretta (Rai 1), Uà - Uomo di varie età, showdi Claudio Baglioni (Canale 5), “Pomeriggio 5” (Canale 5), “Mattino 5” (Canale 5).Attualmente conduce …E che domenica, programma di intrattenimento eapprofondimento con ospiti e collegamenti. Quattro ore di diretta tutte le domeniche.(Canale 8, GT Channel e streaming). PROSSIMI IMPEGNI .... Ben presto potremmo rivederla in TV con il nuovissimo programma "LA NOTTE DEL MARE" su Rai2 alle ore 23:15 . “La Notte del Mare”, evento giunto alla terza edizione, andrà in onda inseconda serata su Rai 2 martedì 12 agosto alle ore 23,15. Il programma,prodoo da Life Communication, con il supporto di Entopan e incollaborazione con il Conservatorio di Musica “P. I. Tchaikovsky” di Catanzaro, accende i riflettori nazionali sul tema della sostenibilità del mare, ponendo l’attenzione su alcune località calabresi insignite della Bandiera Blu lungo la costa ionica catanzarese. Si tratta di un evento televisivo che combina speacolo e servizio pubblico, in linea con gli Obie vi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite econ le strategie europee del nuovo “Urban Green Deal”, realizzato perpromuovere la cultura della sostenibilità ambientale. Alla conduzione Domenico Gareri, ideatore del format, a ancato dalla conduttrice e attrice Emanuela Tittocchia. L’evento nasce con l’obiettivo di sensibilizzare i ciadini e gli enti pubblici e privati sull’importanza della tutela della mare e del pianeta, valorizzando le professionalità calabresi e le realtà locali che si distinguono in questo ambito. Registrata nella suggestiva cornice del molo del porto di Catanzaro, “La Notte del Mare” rappresenta anche una vetrina di promozione territoriale: contribuisce a proieare le bellezze della Calabria e le storie postive del territorio all’attenzione del pubblico televisivo nazionale. Emanuela Tittocchia, conduttrice e attrice, al termine dell’evento, dichiarato: “Ho sempre avuto un rapporto speciale con la Calabria, con i luoghi di questa terra bellissima, ricca di storia e cultura. La conosco bene, sono stata spesso qui, sia in vacanza, sia per lavoro, ma devo dire chequesta volta l’emozione è stata unica. Lo scenario, i colori, il palco inmezzo al mare, i pescherecci, i profumi hanno reso tuo meraviglioso. Itemi traa , lega alla salvaguardia del nostro mare e del nostropianeta, accompagna dall’ascolto di una musica di qualità hanno completato l’opera. Ringrazio Domenico Gareri e la Rai per questa bella opportunità”. Il programma è scrio da Annalisa Montaldo.












